“Omnia vincit Amor”. Ci credo in questo famoso verso di Virgilio, come ci ha creduto Francesca e come ci credono pure Mimì e Camila

Nel tardo pomeriggio di ieri, assieme ad Emanuela Sica sono stato a Valva (Sa) per un’occasione speciale: ricordare, assieme a tutti coloro che le vollero bene, la dolce e sfortunata Francesca Cuozzo nel giorno del suo onomastico.
Abbiamo parlato del nostro libro, “La ragazza di Vizzini”, che è un’ode all’amore e di come sia bello consegnarsi nelle sue braccia.
Un noto verso di Virgilio recita: Omnia vincit Amor. Noi ci crediamo, come ci ha creduto Francesca e come ci credono pure Mimì e Camila, i protagonisti della nostra “storia a due cuori”.
Ringrazio ancora una volta l’amica Anita Torsiello, zia di Francesca, che ci ha offerto la possibilità di vivere la magica sensazione di avere accanto Francesca ad ascoltare con noi la struggente favola che Emanuela ha scritto appositamente per lei, diventata metaforicamente una violetta che per non appassire si consegna alla Luna.
Per l’occasione anche io ho voluto dedicare una poesia a questa sfortunata ragazza, figlia adorata dei  miei amici Mario e Angela, inconsolabili genitori. Sicuramente non sono dei versi impareggiabili però sono scritti con il cuore. Eccoli…

A TE, FRANCESCA

Ti stava stretto il mondo,
troppo stretto per contenere
i tuoi sogni assieme ai sorrisi,
gli amori e la tua bellezza.
Avevi bisogno di spazi siderali,
dell’empireo dove vivono gli angeli.
Tanto angusto era questo pianeta,
sicché la gioia si è affacciata
sempre dopo il dolore della notte,
arrivata a suonare l’ora del distacco.

I giorni sono andati troppo in fretta,
lasciandoci con le mani sul viso
ad asciugare lacrime inarrestabili,
allo stesso tempo che sotto i ponti
scivola nervoso il chimerico Sele,
il fiume della tua gaia infanzia.
Solo l’onda sorridente del tuo sguardo
segna eternamente i giorni
che ci lasciasti come pegno
di un amore inestinguibile
che ai tuoi lunghi capelli,
come un angelo buono legò il silenzio.

Com’è lenta la vita che aspetta
che venga la notte e suoni l’ora,
io intanto continuerò a ridere
di tutte le cose che ci facevano ridere.
Tanto lo so, l’amore non ha fine
e io ti amerò, creatura celeste,
ti amerò per sempre.

Valva, 4 ottobre 2018

 

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Michele Vespasiano

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