I racconti delle nostre vite

Entro nel bar con Nunzio, un amico al quale, per piacere prima ancora che per dovere di ospitalità, vorrei offrire un caffè.
Più di qualcuno tra i presenti si fa avanti per pagare le nostre consumazioni. Dico che sto con un amico e che tocca a me pagare.
– E che vuol dire? Se è tuo amico lo è anche nostro!
Ineccepibile. Non ho molto da obiettare e passo a ordinare i caffè, che immediatamente uno dei presenti provvede a pagare, temendo forse di essere anticipato da qualcun altro.
Nel frattempo alle nostre spalle si apre un gustoso siparietto tra gli avventori del bar. Gente di una certa età, ma con lo spirito di giovincelli. Oggetto del contendere è la capacità di leggere il giornale.
È il Moretto che affonda il primo colpo: – Hai fatto le scuole con il canonico Grillo!
Pronta la replica di Tony: – E tu con don Alfredo!
Bravi insegnanti, per carità, ci tengo a precisare al mio ospite, ma per la loro età avanzata erano un tantinello sbadati. E con questa mia puntualizzazione ci infiliamo di diritto nella disputa sulle capacità di leggere, scrivere e far di conto dei duellanti.
Il passo all’insegnamento ricevuto dalle loro “scuola di vita” è breve. E così il confronto tra i due amici scivola sui loro viaggi, sui luoghi visitati, sui paesi dove hanno vissuto.
– A questo signore un giorno lo sorpresi imbambolato in un ristorante sul Lago di Ginevra; pareva rintronato… nu pasuonno, insomma!
L’attacco è a Tony, che negli anni verdi di mestiere faceva l’autista di bus turistici e che quel diminutivo l’ha avuto proprio dai passeggeri stranieri, per i quali tutti gli Italiani dovrebbero chiamarsi Tony. E lui ci tiene subito a chiarire: – Mi sentivo chiamare con il soprannome della mia famiglia, ma non vedevo da chi. Ma se lui era nascosto dietro un pilastro come potevo vederlo?
La gara di memoria fa presto a diventare una sorta di torneo di ping pong, dove gli aneddoti rimbalzano da un capo all’altro del mondo. Cosicché dopo Ginevra si passa in un balzo agli anni passati dal Moretto in Brasile, per tornare subito dopo alle esperienze londinesi di Tony. E così ancora per un buon quarto d’ora.
– A New York ci sono andato con il bus, imbarcato ad Amsterdam – si sbilancia Tony, pensando di segnare un punto in suo favore.
– Io, invece, ci sono stato facendo il guardaspalle a un riccone, che forse era un boss. A lui gli ho pure sfilato una valigetta di dollari – replica il Moretto (a proposito, questo nomignolo glielo aveva affibbiato proprio quel boss della mala).
– Anch’io ho beffato un ricco americano – rivendica a questo punto Tony, che apre subito la cateratta della memoria. – Eravamo a Roma quando un turista con un’aria altera mi chiese di tenergli una “little bag” nel mentre faceva la visita dei Musei Vaticani. Aveva una strana forma quella valigetta, sembrava un tubo, una sorta di sacca per le mazze da golf ma più piccola. La curiosità di sapere che ci fosse dentro fu grande, per cui, una volta solo non esitai più di tanto ad aprirla: dentro c’erano tanti rotoli di banconote da 100 dollari. Pensarlo e farlo fu una sola cosa: da ogni mazzetto mi venne facile sfilare un centone e rimettere tutto com’era! Mi ritrovai in men che non si dica con un paio di migliaia di dollari in tasca!
Reati caduti ormai in prescrizione, semmai le confessioni fossero vere. Ma questo chi potrebbe mai dirlo?
Inesorabilmente il ping pong sta avviandosi all’elencazione delle conquiste femminili che, si sa, è certamente un campo assai prolifico per chi vuole raccontare di sé. Ad interrompere il match, però, ci pensa Nunzio. «A malincuore», ci tiene a precisare, però, non so se per non dispiacere quei due mattacchioni sfaccendati o perché davvero ha fretta di andare al lavoro, lui che un lavoro ce l’ha. È uno psicoterapeuta e lavora in un centro per immigrati. Un mestiere che gli fa dire: «Questi sono gli Italiani quando erano emigranti!»
Siamo già fuori dal bar e Tony prova ancora a intrigarmi con un’altra delle sue avventure: – In un hotel di Boston mi ritrovai da solo con ‘dui femmenuni’ perché il mio socio mi diede buca…
Faccio in tempo a svignarmela: Tony, me lo racconterai la prossima volta…

A proposito dell'Autore

Michele Vespasiano

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