Trovo davvero emozionante la foto che ha postato Gianni Zuccardi, della Fattoria Colli Irpini, di Sant’Angelo dei Lombardi!
L’immagine rappresenta plasticamente il senso autentico della parola “solidarietà”, che in campagna, tra contadini, tra i cafoni cantati da Rocco Scotellaro e Ignazio Silone non è solo condivisione di interessi, trasmissione di pensieri o incontro di anime. Questo ritrovarsi oggi in un capannone attorno a un cumulo di pannocchie, oppure ieri nei campi per la mietitura o ancora domani nella vigna per la vendemmia dichiara i canoni di una religione civile. Una religione non ostentata ma praticata.
Scrisse Errico Malatesta, anarchico casertano vissuto tra Ottocento e Novecento: Persuadetevi: al di fuori della solidarietà, della fratellanza, dell’amore, al di fuori della mutua assistenza e quando occorre del mutuo compatirsi, e sopportarsi, non v’è che la tirannia o la guerra civile; ma siate sicuro però che, siccome tirannia e guerra civile sono cose che fanno male a tutti, gli uomini, non appena saranno arbitri dei loro destini, si avvieranno verso la solidarietà, in cui soltanto possono realizzarsi i nostri ideali, e per essi la pace, il benessere e la libertà universale. [E. Malatesta, Fra contadini – Dialogo sull’anarchia].
Gli uomini e le donne, giovani, vecchi e finanche bambini che in questa foto sono uno accanto all’altro compongono un quadro che nulla ha da invidiare al più celebre “Quarto stato” di Pellizza da Volpedo. Segno di riscatto sociale e di riaffermata indipendenza.
Confesso in tutta onestà che avrei voluto esserci anch’io tra questi uomini e queste donne. Fosse pure per spogliare anche una sola pannocchia e sentirmi così parte attiva di una comunità dal cuore arido, che sento sempre di più rinchiusa in se stessa.
Grazie per questa significativa testimonianza che ci offrite… Un grazie sincero per essere (spero non gli ultimi) sacerdoti di questa religione!