Così come già da un po’ ha abituato i suoi lettori, puntuale come ogni agosto arriva nelle librerie un nuovo libro di Michele Vespasiano. Questa volta, messi da parte il romanzo o il saggio storico, lo scrittore di Sant’Angelo dei Lombardi propone una decina di racconti incentrati, a parte un paio di originali invasioni nel mondo della pittura e della musica, sul “tempo senza tempo” che è stato il periodo del lockdown.
Il libro, che nella coloratissima copertina ha un dipinto di Giuseppe Amoroso De Respinis, giovane e ben quotato pittore irpino, è edito dalla casa editrice Delta3 di Grottaminarda, del dinamico Silvio Sallicandro.
Ma di che storie si tratta? «Sono storie per lo più surreali, vissute tra le pareti domestiche, nell’inconsueta tranquillità di un tempo sospeso – dice l’Autore –, narrazioni immaginarie ma non per questo meno vere di quelle che nei mesi di isolamento domestico e del distanziamento sociale abbiamo letto sui giornali o conosciuto dalla televisione. Storie di uomini e di donne che si sarebbero potuti incrociare in una città ideale come Napoli, che con i suoi vicoli, i suoi mercati, i suoi profumi le rappresenta tutte e tutte le contiene».
Il titolo, “Taccuino dei giorni fuori squadro”, è paradigmatico di una stagione inusuale che ha messo in luce l’inventiva e la paranoia, la trasgressione e la svagatezza. Storie che scardinano l’ordinarietà dei rapporti consolidati dalla annichilente solitudine contemporanea, per dare spazio alla fantasia, alimentata per reazione universale dai mitici Dpcm governativi. E quindi, i protagonisti delle storie di Vespasiano, sono persone abitualmente composte e misurate, che le circostanze presentano sotto altre vesti: come il professore costretto a praticare la didattica a distanza o il marito che sperimenta senza successo la produzione casalinga del pane o l’altro ancora che diventa improvvisamente uno sconosciuto per sua moglie.
Sono storie impastate con la sintassi dell’ironia, dell’irrealtà o dell’involontaria comicità e quindi, per ciò stesso, avvincenti nella costruzione. Narrazioni che con diverse coloriture, qualcuna ironica o ammiccante, talaltre drammaticamente icastiche, hanno riferito ciò che si è vissuto.
Conclude Vespasiano: «Sono certo che questo periodo rimarrà impresso nelle nostre menti, come la memoria dei giorni di guerra, come il ricordo delle domeniche a piedi del 1973 o come il devastante terremoto dell’Irpinia. Impegniamoci, ora, a scrivere in maniera corale il racconto del futuro, da opporre a un presente che è stato davvero molto difficile da vivere».
Il libro viene presentato oggi pomeriggio alle 18:00 a cura della Pro loco di Sant’Angelo dei Lombardi, accompagnato dalle riflessioni della prof.ssa Rosaria Famiglietti, del redattore centrale de Aldo Balestra e del presidente del Consiglio regionale della Campania Rosetta D’Amelio.